giovedì 2 marzo 2017

Vajo bianco

Giro sulle Piccole Dolomiti con Matteo, l'idea è di fare il Vajo Bianco ma non siamo sicuri delle condizioni, la neve è veramente poca a occhio e croce.
Mi Sento con l'amico Davide di Valli del Pasubio, ottimo conoscitore delle Piccole e mi dice che il canale dovrebbe essere in buone condizioni ma che non è sceso nessuno ancora, la guida lo da un 45/50 ( forse sovragradato) per cui non c'è da fare cappelle con così poca neve. Partiamo full optional per ogni evenienza.
Saliamo il Vajo dei Cavai, Matteo è in forma cavolo e mi tocca corrergli dietro, salgono con noi dei anche due ragazzi di Rovereto  di cui uno in split che abbiamo trovato alla partenza da Ometto.
La neve fino ai 1800 metri è dura misto verglass e siamo da subito dubbiosi, anche una discesa dai Cavai sarebbe non banale.
Arrivati al rifugio Carega incontriamo Davide ed è subito festa, gli chiedo delle condizioni del Canale  e riesco a convincerlo a scendere con noi, lui e il suo giovane amico. Ma sì che andiamo.
Alla fine arriviamo all'imbocco del vajo bianco in cinque e scendiamo, la neve è super bella e l'ambiente bomba, stupendo. Intenso budello pareti incredibili.
Breve traverso a piedi esposto nel vajo dei camosci per superare un salto e si termina nei Colori...molto bello e articolato, un bell'allenamento per il ripido. Le Piccole non si smentiscono mai sempre super .
All' uscita Davide gira per il Boale dei Fondi noi tentiamo l'uscita ma i salti in fondo sono veramente alti e abbiamo l'imbrago solo io e Teo, così per sicurezza decidiamo di tornare indietro per i Fondi, molto bello e di soddisfazione, un' altro bel regalo per la nostra raccolta di discese ripide classiche.
Devo ringraziare Davide che è stato veramente gentile ed è stato un giorno veramente bello, c'eravamo io e Matteo, Davide ed amico che fanno performance in montagna con materiale leggero uno scialpinista classico e un ragazzo in splitboard...al gran completo tutti bene e ci siamo divertiti tutti alla grande...le categorie hanno rotto il cazzo, i Punk vincono sempre.
Grazie a Davide per le foto, gli devo un secchio di birra.












Triglav

"Andiamo a sciare in Slovenia!! Ma sei sicuro? Sì, c'è neve e c'è Enrico che ci porta in giro, neve ok, primo giorno, avvicinamento, si dorme in rifugio, secondo giorno, Triglav e si scende a nord fino ad un bivacco, si dorme là e poi il giorno dopo si attraversa una cima e scendiamo a Kranjska Gora...tutto facile...bom andiamo"
La cosa è andata pressoché così...un giro di messaggi piuttosto veloce su WhattsApp e il giovedì pomeriggio ci si trova al solito Zuffobeach per la partenza, Capa, Teo, Matteo, Daniele ed io.
Fornelletto c'è, mangiare c'è, imbrago picca ramponi c'è, gas c'è, corda ma si dai la portiamo tanto non serve ( e sti cazzi) bom...
Ovviamente la compagnia è delle migliori, birra tante cazzate e via da Trento verso Sella Nevea, il viaggio della speranza...tutta o quasi in statale.
Il viaggio scorre sereno fino a sopra Udine dove ci fermiamo per sosta in un posto qualsiasi, entriamo al bar, cinque scoppiati che entrano in un bar di paese...attirano l'attenzione...no way...
Ma di dove siete, da dove venite, ma come venite dal Trentino per andare a sciare a Sella Nevea, ma voi siete fuori....heee probabilmente si.
Alla lunga prendiamo i tornanti che salgono a Sella...i primi tornanti in galleria della mia vita, e finalmente a Sella un po' embriaghi.
Saliamo da Enrico e pernottiamo tre in furgone e due in casa.
Il risveglio è di buon'ora, si parte, troviamo Bruno con Layla e entriamo in Slovenia. Lungo la strada prima del Tarvisio attraversiamo una zona piuttosto triste, la definirei, abbandonata, frutto di un passato rigoglioso, case abbandonate dimesse ma nonostante affascinanti....dimesso direi, strano.
Ma appena si entra in Slovenia il clima cambia sembra di essere in Austria e Kranjska Gora che un si immagina una cosa enorme è una piccola stazioncina.
Finalmente mettiamo le pelli e si parte....quasi 1700 metri di dislivello con almeno un 12/13 km di sviluppo, non capisco mai perché sono così idiota, passerò tre giorni con i corvus 183 normali, una mazzata...
Dopo, boh, tanto comunque e tanta fatica arriviamo al Triglav Hutte, il posto è veramente bellissimo, non avrei mai pensato uno spettacolo del genere.
Esce un tipo e ci dice che il rifugio è chiuso, panico, ma che se vogliamo da mangiare e dormire ce n'è...ma va che sei ben un bel tipo cazzo a momenti mi viene un coccolone...
Praticamente d'inverno in questo rifugio ci sono due militari del servizio meteo che stanno là tutto l'inverno e se arriva qualcuno praticamente prima vedono ti farti venire un' infarto, se sopravvivi ti ospitano...primo contatto con l 'Hardcore che c' è negli Sloveni.
Entriamo ci cambiamo facciamo un check e poi si comincia, primo giro di pasta al ragù e i primi 4 litri di vino, secondo giro di pasta al ragù, salsicce, e per finire antigelo, Slivovitz.
E lì scatta torneo di morra o in trentino mora.
Comincia a nevicare, uno, si alza il vento, due, la mattina accumuli e vento, tre. Salta la cima del Triglav...
Ah mi dimenticavo, la sera in preda ai fumi dell' alcool usciamo per un zigheret e nella nevicata vediamo luci.... tre fulminati arrivano di notte in mezzo alla bufera, non deve essere stato divertente...arrivano, muti, niente sorrisi, ciao ciao...boh.. ci guardiamo e boh.
Mattina, salta il Triglav e attendiamo che i vento passi...ma non passa...colazione da Tiffany con uova e pancetta.
Alle 10 ci decidiamo partire e decidiamo per una civetta li di fronte... gli altri tre della notte rimangono al rifugio.
Scendiamo questi valloni stupendi ampi con calcare grigio e la neve che in alto era tutta accumulate sotto protetta dal vento diventa molto bella e ci facciamo una gran sciata con cambi di pendenza continui...strada forestale...bivacco.
I famosi tre li abbiamo poi visti da sotto sulla cresta del Triglav...secondo esempio di alpinismo Hardcore Sloveno, o cima o morte.
Qui siamo sotto la parete nord del Triglav una parete enorme un anfiteatro incredibile.
Nel bivacco stufa a legna, legna, coperte tutto molto bene, insomma ci si cambia prendiamo posto e cominciamo a preparare la cena e a sciogliere acqua.
Cavolo abbiamo poco vino, così decidiamo di andare a vedere se troviamo una casa con le chiavi sopra lo stipite , tra quelle passate prima.. ma vai che bisogna essere fuori, sì perché ti lasciano lì le chiavi entri in casa e il vino... coglioni che siamo, ma in qualche modo il tempo bisogna ammazzarlo.
Arrivano tre sloveni, sempre tre cavolo sono, adesso che ci penso, lì c' è un pò di parapiglia per capire chi dorme dove ma tutto apposto sloveni sul tavolo e in terra e noi nei letti...heeee siamo arrivati prima e loro avevano i sacchi...basta.
Si mangia si beve e si fanno fuori le tre boccette di tequila e via a dormire.
Sveglia presto, oggi sono 1600 metri minimo nell'incognita di non riuscire a passare di cui i primi 500 metri a piedi nel bosco...praticamente una supposta gusto tabasco.
Beh nel bosco ripido a camminare sulle foglie senza sentiero con tutto sulla schiena è stato una bella tritata, poi finalmente sci e pelli nella nebbia e avanti tutti in silenzio.
Sosta!! sosta, ma dai avremmo fatto un millino no? è dai !!! neanche 800 metri, avete presente come nei cartoni giapponesi quando al tipo gli scende la lacrima in religioso silenzio, ecco, uguale.
Avanti, porco mondo, e finalmente passiamo sopra le nuvole e si apre una cosa incredibile, un coronario di montagne , cime e valli incredibile, e non c' è nessuno, una traccia, niente....stupendo.
Dopo un pò tiriamo a destra e risaliamo un canale che ci porta in cresta...ecco la cresta porca paletta....se becco quello che ha inventato le creste lo asfalto...all' inizio tutto bene e dopo diventa cazzi...tutto marcio, ti attacchi e scorla, da una parte un morlock di 200 metri almeno dall'altra neve poca ghiaccio poco marcio tanto su pendio ripido...fai una cazzata e che si che no ti trovano.
Io alquanto teso devo dire ma anche gli altri non è che li vedevo belli brillanti, tranne Daniele e Enrico che correvano leggiadri davanti, fastidiosi cazzo roba da tirargli una picozzata nella schiena...
Sto procedendo cercando praticamente di sopravvivere quando sull'orizzonte vedo i due che scendono disarrampicando... a una cinquantina di metri di distanza...io guardo il Teo e gli dico, io col cazzo che scendo di là, devo dire che è stato un momento tra il simpatico e lo smarrimento.
Bruno chiama la corda ( la famosa corda dell'inizio racconto) e Capa cala Bruno Layla, Enrico e Daniele sono già scesi.
A quel punto si scopre che la cima a cui dovevamo arrivare non è quella che vediamo ma è oltre,  si dovrebbe fare un' altra doppia più lunga e sono le due e mezza...via si torna indietro...lì non sapevo se essere contento o se mettermi a piangere, insomma a forza di dai e dai si torna indietro.. sono bello cotto devo dire, ma più di testa, sta parte mi ha ucciso, non vedo l'ora di avere gli sci ai piedi.
Finalmente sia mo nel canale di salita e si scende fino a valle, una tra sciata devo dire con tutta la valle davanti a noi vergine, un paradiso.
Ah tornando indietro nel racconto, al punto che si sono diradate le nuvole, si vedeva il panorama ecc. ecc. tre sloveni, sempre tre cavolo,  salivano a piedi lungo le nostre tracce, a piedi no sci no ciaspole e non uno in fila all'altro ma in parallelo così facciamo fatica tutti. Questi sono fuori e con il terzo esempio di alpinismo Hardcore sloveno ho capito perché gli alpinisti sloveni sono forti.
In fondo alla valle ci aspettano 12 km di forestale per uscire e arrivare al paese, solita lacrima stile cartone giappo.
Ma per fortuna la strada è completamente ghiacciata e velocemente siamo fuori alle 6 circa dalle sei del mattino.. anche fuori di testa ormai...
Bar, birra Union per tutti, e ciao
Arriviamo a Trento alle tre di notte.
Il giorno dopo ho posto due domande all'Allegra Brigata:
1) Perché gli Sloveni raggiungono a piedi le cime d'inverno a piedi
2) L'immagine che più gli è rimasta impressa

Enrico
1) in Slovenia non usano né sci né cispe perché hanno il cazzo duro e lo sci è roba da fighette.
2)Più che una immagine una idea, l'idea  che questi tre giorni siano lo spirito dello sci freeride/montagna, una banda che scia per il piacere di sciare senza grandi obbiettivi senza il ripido del monte bianco i fighetti di cham, ma comunque facendo sci di esplorazione. L'immagine potrebbe essere il momento di incognita in cresta e la conseguente ritirata che tutti vedono come fallimento ma che è stato il miglior momento della attraversata.

Matteo
1) gli sloveni vanno a piedi perché devono guadagnarsi realmente l'obbiettivo
2) l'immagine più forte è stata l'ultimo giorno quando siamo scesi e ci siamo abbracciati tutti e ringraziati, è stato figo.

Capa
1) Gli sloveni vanno a piedi perché hanno fatto il dritto dalla sera prima e sono ancora sbronzi
2) i sorrisi neve o non neve e la nord del Triglav

Teo
1) gli sloveni vanno a piedi perché forse non sanno sciare
2) l'immagine più forte sicuramente quella in cresta ma soprattutto l'abbraccio fuori dal canale perché per me contano le persone più delle cime.

Daniele
1) perché gli sci costano troppo e preferiscono usarli per andare a bip
2) Bella la Slovenia ma soprattutto bella la compagnia tre bellissimi giorni da conservare nei nostri ricordi.

Grazie in ordine sparso
Enrico, Capa, Matteo, Teo, Daniele, Bruno, Layla