lunedì 14 maggio 2012

skier checkout # 4: Roberto Cosentino

Conosco Roberto da più di 20 anni dai tempi in cui da ragazzini cominciavamo con le prime avventure in montagna con l' alpinismo giovanile del CAI. A mio modo di vedere due parole associo alla sua figura, umiltà e tranqullità, due doti molto importanti che fanno un alpinista "grande".
Roberto incarna la figura dello sci ripido/estremo, un percorso il suo che traccia un legame tra i grandi sciatori estremi degli anni '80 e il freeski di oggi. Roberto è un alpinista prima di tutto che ama scendere con gli sci dove gli altri amano salire con le picozze. Una passione questa che l'ha portato anche in sud America e in Nepal portando a casa una grande esperienza di montagna "alta"e dei grandi orizzonti per la mente.
Il suo percorso è stato fermato da dei grossi problemi alle cartilagini delle ginocchia, è questa intervista forse gli ha fatto tornare in mente ricordi troppo grandi difficili da gestire . Ma al suo fianco c'è oggi una magnifica sposa e uno splendido bambino.
Poi ho nel cuore che il prossimo inverno con Roberto se Dio vuole si possa fare qualche bella dicesa assieme, sarebbe un gran regalo per lui e sopratutto per me, Roberto ha ancora molto da dare....namastè.

Discesa dal Tocclaraju, 6032mt, Cordillera Blanca, Perù

Marco Ferrari alla partenza del canale Innerkofler.

Parete Sud-Ovest Artesonraju 6025mt - Cordillera Blanca - Perù
quanti anni hai : 40

dove abiti : Rovereto

da quanti anni scii: da quando ho memoria…

per quale motivo scii: è l’attività che mi regala le emozioni più belle

dove scii: dovunque ci sia neve

i tuoi spot preferiti:
non ne ho di preferiti, ma se vogliamo restare vicino a Rovereto, le Piccole Dolomiti sono un luogo splendido

la/e persona/e di riferimento nella tua vita ( sei da poco diventato papà è quindi una domanda scontata):
già, le persone che mi sono vicino.

cosa significa per te vivere la montagna d’inverno:
la neve la rende più bella e, dal mio punto di vista, si amplia il terreno su cui muoversi, ci sono più possibilità di improvvisare nuovi itinerari, sia in salita che in discesa.

ti dico solo dei numeri cosa significano per te...8000:
un terreno di “gioco” dove, per la mia esperienza, senza doping (ossigeno e farmaci) o aiuti esterni (anche semplicemente una traccia battuta da altri fa la differenza), sono in pochi ad essere in grado di portare a casa risultati sportivi veri. Anche se fossi tra questi continuerei a preferire montagne più basse dove poter realizzare progetti tecnicamente più impegnativi, per me più interessanti e di soddisfazione, e che richiedono meno tempo.

sciare in montagna può essere talvolta pericoloso come vivi questa cosa:
è un aspetto che si deve accettare, ovviamente faccio tutto per ridurre i rischi e per essere preparato ad affrontarli. Tecnicamente ci sarebbero centinaia di sciatori in grado di sciare su pendenze estreme ma solo pochi accettano i rischi che ciò comporta… Io li accetto perché quel che ricevo dalla montagna è per me estremamente gratificante!

che significato dai alla parola freeride:
mah, se andiamo a valutare l’attrezzatura che il mercato propone per il freeride ci si può fare un’idea a che tipo di sciata e di terreno si riferisce, ma poi, ognuno è diverso con pensieri e gusti propri. Per me significa semplicemente sciare fuori pista, e se ci ricordiamo che lo sci è nato fuori pista, non c’è nulla di nuovo…

del tuo essere skier, quale di queste componenti senti predominare in te ,  freeskier , alpinista ,  freestiler , steeper:
Mi considero sci-alpinista/sciatore estremo. Alpinista quanto basta per salire le pareti che voglio sciare, sciatore estremo perché, attratto dal ripido, scio dove non è consentito sbagliare.

quanto l’essere skier condiziona la tua vita e le tue scelte:
moltissimo in passato, oggi, avendo dovuto per forza ridimensionare al minimo l’attività, molto meno.

di solito c’è una discesa che si ricorda più di altre, rimangono dentro di noi i colori e le sensazioni, raccontacela:
la parete Sud-Ovest dell’Artesonraju, un bellissimo seimila in Perù, che per quanto ne so potrebbe essere una prima (meglio usare il condizionale, c’è tanta gente che realizza molte cose senza sbandierarle…). Valeruz mi ha spiegato di essere sceso lungo lo spigolo tra la sud-est e la sud-ovest, io invece ho sciato in piena parete in mezzo ai seracchi. (per capirci, la salita è valutata TD+)
E’ stato fantastico perché dal campo, studiandola col binocolo, avevo valutato impossibile il primo tratto in cima e quindi sono salito per la sud-est. Poi però, una volta su, affacciatomi sullo spigolo mi sono reso conto che era fattibile e quindi non ci ho pensato due volte… E’ stata una discesa molto ripida, oltre i 55 gradi e impegnativa per via di una neve estremamente mutevole, difficile da leggere, e per il fatto di non conoscere la parete non avendola salita. Non potevo sapere esattamente dove passare per superare i seracchi, sono andato ad intuito e mi è andata bene! Poi, ricorderò sempre quelle due ore trascorse in cima, con un clima splendido ed un panorama ineguagliabile..

raccontaci di quella volta che dentro di te hai pensato, ”ma perchè non sono tornato indietro”:
quando mentre stavamo raggiungendo la base della via Pirovano (la Est-NordEst del Grande Cono di Ghiaccio), aspettando Stefano dietro ad una crestina, lo sentii urlare…mi precipitai da lui ma non potei più far niente per lui…

cosa significa per te tracciare delle nuove linee:
parlando di discese estreme, è la massima soddisfazione. Sapere di aver sceso una linea che nessuno ha mai pensato di poter scendere o non ha avuto l’arditezza di farlo, lo ammetto, riempie di orgoglio. Alle volte si tratta anche di fantasia e intuizione per individuare una discesa, e in un certo senso si può considerare esplorazione, l’esplorazione è emozionante!

quanta preparazione è necessaria per compiere una prima discesa :
io tendo a non improvvisare sulla preparazione, prima di sciare “dove non si può sbagliare” devo sentirmi perfettamente e per arrivare a questa condizione bisogna sciare moltissimo sul ripido. Poi, che sia una prima o no cambia poco.

l’affrontare una classica del ripido la consideri più una vittoria personale o più un omaggio a chi la discesa per primo:
se è una classica vuol dire che è anche bella e spesso in condizioni, e quindi è da fare… Poi, c’è il bello di collezionare le discese, come per chi arrampica, le vie. Possono considerarsi delle tappe personali… Alla base di tutto resta però il piacere di stare in ambiente e conoscere montagne e posti nuovi.


cosa secondo te è cambiato nello sci negli ultimi 10 anni:
per quanto riguarda i materiali, gli sci si sono allargati, per lo sci estremo un po’ più larghi vanno anche meglio dei classici 70mm al centro, ma senza eccedere; le sciancrature esasperate, secondo me inutili in neve fresca, e per niente funzionali sul ripido, dopo qualche anno si sono ridotte.
Le condizioni delle pareti nord hanno subìto grandi trasformazioni, il ghiaccio si sta ridimensionando e lasciando il posto a roccette o detriti, le pale ghiacciate sono talvolta diventate canali e quindi non si aspetta più la tarda primavera/inizio estate per sciarle con il firn (che si trova per periodi sempre più brevi), le si affronta in primavera con neve fresca e più abbondante.
Mi sembra ci sia più gente che si approccia al ripido e le ripetizioni delle classiche aumentano.

pensi di aver contribuito in qualche modo a questo cambiamento?:
beh, raccontando di aver sceso questa o quella parete ho sicuramente solleticato l’idea a qualcun altro di fare altrettanto… Nulla più di questo.

La tua figura di riferimento nello sci:
non ne ho una in particolare

Cosa ti passa per la testa prima di chiudere gli attacchi, sei li e sai che non si deve sbagliare, fai un bel respiro e vai:
c’è un breve attimo di tensione ma prevale la determinazione e poi penso ”ora comincia il bello!” entro in uno stato di profonda concentrazione. Scendendo, ogni curva la penso e la vivo mentalmente prima di effettuarla, cerco la massima coordinazione muscolare.


il tuo ultimo viaggio con gli sci o senza:
è troppo distante nel tempo, mi piange il cuore ricordarlo…

Cosa pensi degli sci fat,  e sopratutto del rocker:
I primi sono ottimi in neve fresca e su crosta con superficie irregolare, da non usare nel ripido estremo, stare sulle lamine diventa faticoso e invertire con tutta quella massa è macchinoso; il rocker è divertente in neve fonda, un grande aiuto al galleggiamento e all’entrata in curva, stanca molto meno dello sci tradizionale. Il ripido neanche pensarlo…

Di solito una o più discese entrano nella testa dapprima come idee poi come sogni quasi ossessionanti, alla fine quando le hai compiute sei felice ma rimani quasi svuotato perchè hai bisogno di un nuovo obbiettivo, raccontaci una discesa di queste:
la prima alla via Pirovano del Grande Cono di Ghiaccio (gruppo dell’Ortles) che ho menzionato prima, ha richiesto più tentativi per trovarla in condizioni ed in uno di questi ho vissuto il dramma della perdita di un amico. Credo fosse anche l’obiettivo di Mauro Rumez quando ha perso la vita, lui era andato lì di settembre, noi fummo i primi nella primavera successiva a raggiungere il bivacco Pelliccioli e trovammo le sue cose…

gli amici con cui  ti piace sciare:
mi piace sciare…

ti piace andare in montagna da solo?:
sì, ma  in genere preferisco condividere le esperienze con qualcuno.

raccontaci una storia della tu vita da skier:
una volta abbiamo condiviso una discesa con…un cane! Ci ha seguiti lungo il canale Innerkofler nel gruppo del Sassolungo, lui si è fermato quando la pendenza è andata oltre i 50 gradi ed è rimasto lì, non aveva il coraggio di scendere. Lo abbiamo letteralmente trascinato giù, non voleva muoversi e quindi lo prendevamo di peso e lo scaraventavamo a valle. Ruzzolava per 15/20 metri e via così, senza lamentarsi o rivoltarsi contro(era anche piuttosto grosso…). Probabilmente si rendeva conto che lo stavamo aiutando!

se ce li hai e se vuoi mettici i tuoi sponsor:



tremalzo





Venerdì primo giro serissimo della stagione, partenza da Rovereto verso lago di Ledro , Lago D'Ampola, Tremalzo e già cosi 58 KM per quasi 2000 m di dislivello. Ritorno dal Nota tutto su bianca fino a Pregasina e di nuovo verso casa, penso sui 110 Km tot.

venerdì 4 maggio 2012

nord marmolada

Il 28 mi sparo super giro in mtb con Tommi e nel pomeriggio Ema mi chiama..Marmolada, sono cotto ma decido di andare e mi aspetta sveglia ore 3.  Partenza ore 4.00 am da Trento direzione Marmolada, la nord... Con Ema, Daniele uno e due, Matteo, e altri due ragazzi di cui non ricordo il nome.


Una gran fatica perchè su a piedi si sfonda per mezzo metro. La parete è scarica e più ripida del solito, frastagliata da rocce qua e là. In tre ore siamo su e arriva la nebbia, i primi 100 m di discesa sono rovinati da un gra nebbione che ci costringe a seguire le impronte di salita e a una grande cautela perchè la visibilità ridotta a una 15ina di metri disturba l'equilibrio, finalmente si apre e via... birra e ritorno, alle 14 sono già a Torbole da Manu dove mi aspetta relax e cena con amici e lambrusco

welcome to the jungle

25 aprile, Solda, primo giorno di sole dopo una intensa perturbazione che ha investito finalmente il nord est, rompendo quella che sembrava essere una maledizione che ci ha inseguito per tutto l'inverno.
Si parte presto con una rinnovata eccitazione, ci aspetta un grado 4 e la cosa mi preoccupa non poco.
Su a Beltovo c'è un gran vento, un nord che disturba non poco e in giro dei ran distacchi, si parte guardinghi e nel dubbio non guardiamo nemmeno la Val Rosin, si gira nella parte alta sciando una neve magnifica con una frenesia sintomo di una frustrazione durata mesi. Ad un certo punto ci arriva voce che due nostri amici hanno aperto la Val Rosin.... e lì scatta il delirio.
Salendo con la funivia vediamo che il canale dietro il Beltovo quello che scende all' intermedia della funivia è intonso sembra buono.






Detto fatto con Claudio Carlo e Matteo saliamo dietro il rifugio pellando, arrivati alla sella il canale non sembra fattibile senza corda e anche per la presenza di una bella gonfia. Decido di scendere, piano, e si apre il canale, stupendo.Con Claudio aspettavamo il momento da un paio d'anni. Scendo la barra rocciosa e vedo una brutta placca ventata, vediamo se tiene, una curva saltata e via subito in zona sicura e bahm...il placcone parte....ok si puo scendere...bellissima linea.