martedì 9 aprile 2013

RED LINE story

Da novembre guardiamo questa linea che scende dalla Grawand, e tutte le volte che saliamo verso il Bellavista ci ripetiamo: " questa primavera dobbiamo scendere di là".

Il gioco è nella scoperta di nuove discese, un gusto molto romantico, che comporta dei rischi sicuramente, ma il desiderio di nuovo, il desiderio di mettere in gioco la propria esperienza le proprie paure e il controllo delle proprie emozioni è un richiamo troppo forte che ti catapulta irrefrenabilmente verso l'avventura, quella vera, dove tu sei il protagonista di questa storia.
Dopo una settimana di duro lavoro il sabato mi riposo perchè sono finito e Matteo è in negozio a lavorare come fa dal lunedì al sabato. Con noia accendo il mac e guardo il meteo, promette bene a quanto sembra, guardo le webcam di Maso Corto e del ghiacciaio e plende il sole.... di colpo tutta l'energia che non sapevo dove fosse finita risale nel corpo e poi nella mente e così scrivo a Matteo un sms... domani ci siamo.. chiodi cordini e scendiamo... risposta...figata non vedo l'ora sia domani..
Quello che mi piace di Matteo è che  assecondiamo e alimentiamo vicendevolmente il nostro desiderio di avventura...
Alle sette e mezza ci troviamo a Trento e piove e come robot nonostante il tempo partiamo...siamo entrambi stanchi e svogliati e Matteo ha appena vissuto un lutto che lo rattrista... tuttavia niente ci ferma anche l'impossibile.. A Bolzano il tempo è uno schifo ma avanti... imbocchiamo la Val Senales e come d'incanto il tempo rischiara.
Arriviamo al parcheggio, prepariamo il tutto.. spit per la sosta... c'è....trapano...c'è....punta...non c'è...cazzo... vabbè chiodi...ok...picozze...me la sono dimenticata...cazzo....andiamo..
Saliamo in silenzio in funivia...il programma è di scendere lungo la pista che aggira il Grawand e di guardare il canale da sotto.. arriviamo beviamo un caffè alla stazione a monte, guardo Matteo e gli dico..mettiamo l'imbrago e andiamo...va bene.... perlustraziione niente.. ho fretta di andare, il tempo mi preoccupa.
Sciendiamo dietro la funivia, 10 minuti apiedi, e poi con gli sci andiamo a cercare l'attacco, su c'è il sole ma la nebbia incombe sotto di noi e la mia paura è che tra un po' ci prenda.
Ravaniamo un attimo perchè da sopra non troviamo l'imbocco poi finalmente dico è qui..Matteo comincia a battere un chiodo in una fessura e lo sento cantare bene, Matteo infatti un giorno mi dice:" quando pianti un chiodo devo sentirlo cantare". La cosa  mi tranquillizza, senonchè Matteo si gira e mi dice: " speriamo non si stacchi il blocco".. la tranquillità è andata su per il camino.







Ci assicuriamo al chiodo e Matteo scende, il dubbio è se la lunghezza della corda è sufficente per passare i due salti dell'ingresso.. attrezzare un'altra sosta e perdere un'ora per cercare un'altra fessura sarebbe stato deletereo per i miei piedi già congelati. Sento Matteo che grida...libero.. tutto ok.. mi attacco e giù...



 Quando arrivo a vista di Matteo vedo che è affondato fino alla pancia nella neve sul pezzo più ripido e mi dice che c'è una gonfia da paura...restiamo attaccati e ci spostiamo sulla sinistra dove c'è meno gonfia e piano piano scendiamo a piedi per venti metri... Il problema di questa linea di circa 400 metri è che finisce sul tornante della pista...quindi se l'accumulo fosse partito oltre al game over avremmo combinato un casino... sotto mi sembra più tranquillo dico a matteo di fermarsi...partiamo..la tensione è alta e partiamo a fare curve ma come al solito quando ho gli sci ai piedi sono sereno...tranquillo...freddo...una  due tre... leggeri leggeri delicati come accarezzare la pelle di un bambino, calma e sangue freddo.... Sciamo in mezzo e la superficiale parte e scii sopra piccoli sluff...sarebbe fantastico se non fosse che sei concentrato al massimo sul non tirare giù tutto.





Alla fine arriviamo cotti sotto gli occhi allibiti di 4 sci alpnisti che risalivano per la pista.. gù fino in fondo e panino con wurstel....sono esausto per la tensione.

la pendenza iniziale potrebbe essere tra i 45° e i 50° ma la neve era tanta e ti permetteva di sciare molto tranquillo..il canale è largo un 5 m / 6m e presenta alcune cambi di pendenza....comunque quando sei dentro basta che vai dritto...
La difficoltà oggettiva è data dal fatto che termina su una pista quindi è consigliabile farlo a chiusura impianti, dalla difficoltà di trovarlo in condizioni perchè presenta vaie placche rocciose su cui si deposita la neve per cui non è facile trovarlo pieno di neve, anche noi abbiamo trovato vari spuntoni affiornati e comunque sei incassato tra le roccie per 400 metri. Comunque lungo ed una bella sciata, mai estremo, sciabile dal'inizio alla fine, un bell'ingaggio un po' alpinistico e di attenta valutazione, emozionante, un viaggio.
Dedicato allo zio di Matteo...
RED LINE prima discesa 7/04/2013 Matteo, Simone

2 commenti: